Bad Deutsch-Altenburg Museum Carnuntinum, inv. 4408
Da Carnuntum (presso Petronell)
Calcare – Alt 36,5 cm; largh. 41 cm; spess. 14 cm.
Lastra qquadrangolare con bassorilievo raffigurante Mitra tauroctono, in un campo a forma di arco ribassato, indicante forse la grotta nella quale ha luogo l’uccisione, il è rappresentato nell’atto di immergere il coltello nel fianco del toro, su cui grava con tutto il peso del corpo.
L’abbigliamento allude all’origine orientale (persiana) della divinità; indossa, infatti, berretto frigio, corta tunica altocinta, anayrides e mantello svolazzante per l’impeto del gesto. La tauroctonia di Mitra si correda di una serie di animali che paiono beneficiare degli effetti del sacrificio: un cane lambisce il sangue della ferita, uno scorpione serra i genitali del toro e un grande serpente striscia in primo piano, mentre la spiga che emerge dalla coda dell’animale sacrificato rivela la connessione dell’atto divino con la fecondità agraria.
Due personaggi Cautes e Cautopates, simili nell’abbigliamento e nelle ridotte dimensioni, assistono alla tauroctonia ognuno con una fiaccola accesa e volta rispettivamente verso l’alto e verso il basso, evocando così il sorgere e il tramontare del sole, in stretta connessione con l’aspetto solare della personalità divina di Mitra, spesso identificato con Helios/Sol.
Infine i busti di Sol con corona radiata nell’angolo di sinistra e quello di Selene nell’angolo di destra estendono a una dimensione cosmica l’impresa divina che assume il valore di atto demiurgico, finalizzato a mettere in moto la grande macchina dell’universo (per i rilievi con tauroctonia vedi Volkommer 1991, Volkommer 1992).
Il mitraismo si diffonde nell’impero romano tra la fine del I e il IV secolo d.C. come “creazione” religiosa nuova, in quanto strutturata su un imprescindibile nucleo esoterico-iniziatico, totalmente estraneo all’originario culto del Mitra iranico; i misteri di Mitra, riservati soltanto agli uomini, prevedono infatti un itinerario sacro scandito da prove iniziatiche di progressiva durezza (Hier, Epistulae I 27,2) al termine delle quali il fedele arriva a stabilire un rapporto di intima familiarità con il dio.
Piuttosto limitata in Oriente, la fortuna dei misteri di Mitra è invece ampia e profonda nelle regioni occidentali dell’impero, negli ambienti cittadini, ma specialmente militari (vedi Mysteria Mithrae 1979; Merkelbach 1988, Sfameni Gasparro 2005 con altra bibliografia).
La stessa Carnuntum (da cui proviene il rilievo in oggetto), castrum fondato nel 16 d.C. sul Danubio e in seguito più volte ristrutturato, ebbe almeno tre mitrei, oltre a un santuario a Giove Dolicheno (Jobst 1992, Cencic, Jobst 2004; l’importanza del culto di Mitra in questo centro pannonico del limes è confermata dal fatto che nell’autunno del 308 d.C., tenendosi a Carnuntum una sorta di vertice tra Diocleziano, Galerio e Massimiano sul problema della successione nell’ambito del sistema tetrarchico, gli imperatori, convenuti a conclusione della riunione, restaurarono un luogo di culto di Sol Invictus Mithra, invocato come fautor imperii sui (CIL, III, 4413); si compiva così, insieme al gesto di pietas, anche una sorta di tardivo riconoscimento ufficiale del mitraismo.
Datazione: inizio del III sec. d.C.
Bibliografia:
– Jobst 1992, pp. 44-45, n. 37
Fonte:
“Costantino 313 d.C., Electa, Milano 2012, p. 220-221” – Catalogo mostra a Palazzo Reale a Milano 2012/2013