Scoperto nel 1912, durante gli scavi degli ambienti sotterranei delle terme, risulta essere il più grande tra quelli presenti a Roma. Ricavato nel fitto intrico di sale, corridoi carrabili e ambienti di servizio è databile poco dopo la costruzione delle terme (inizi III secolo d.C.), si compone di cinque ambienti comunicanti con il piano superiore attraverso una scala accessibile dall’esterno nei pressi dell’esedra di nord – ovest, attraverso una piccola porta.
Attraversata la soglia marmorea, superato il vestibolo ed altri ambienti di servizio, uno dei quali si presume sia stata la stalla dei tori da sacrificio, si giunge nella sala principale, la cripta sacrale, un’ampia stanza rettangolare con volte a crociera sorrette da pilastri in mattoni; lungo i lati due alti banchi con il piano inclinato verso la parete, i “praesepia”, dove sedevano i fedeli durante le cerimonie; nel pavimento, che conserva ancora la sua copertura originale di mosaico bianco con fasce nere, è interrata una grande olla fittile, chiusa da un anello in marmo, usata verosimilmente per i riti di abluzione.
Poco più avanti una grande e profonda apertura, normalmente utilizzata nei rituali mitraici per la “tauroctonia”, l’uccisione sacrificale del toro sacro, che secondo un identico schema Mitreo delle Terme di Caracalla iconografico, era affrescata al centro di ogni mitreo; in questo caso però la presenza di un cunicolo sotterraneo che metteva in comunicazione l’apertura alle attigue sale di servizio, ha spinto a supporre l’utilizzo della stessa per i riti del “taurobolio”, riconducibile normalmente al culto della Gran Madre, in cui il sacerdote, posto in una struttura sotterranea sovrastata da un piano perforato, inondato dal sangue del toro ucciso sopra di lui, si presentava ai suoi compagni nella fede purificato e rigenerato.
Oltre ad un altare e alcuni frammenti del gruppo statuario di Mitra nell’atto di uccidere il toro, in una delle pareti, unico superstite dell’intero apparato decorativo, vi è un affresco su cui sono raffigurati il dio e un personaggio munito di fiaccola che tiene nella mano sinistra un disco solare.
Un lungo restauro, ha permesso a novembre 2012 la riapertura del Mitreo.
Con il restauro la fossa sanguinis è stata messa in sicurezza e protetta con una recinzione, sono stati ripuliti tutti gli intonaci dell’aula compreso l’affresco di Mitra ed è stato liberato da uno spesso strato di fango il mosaico a disegni geometrici in bianco e nero che decora il pavimento. E’ stata anche pulita dagli spessi strati di deposito superficiale la petra genetrix, rilievo marmoreo dal quale doveva uscire il busto di Mitra, e sul quale è riconoscibile, tra le rocce, un serpente.
L’estradosso della copertura della navata è stato interamente impermeabilizzato.
Il lavoro più impegnativo è consistito nel rifacimento della volta a copertura del vano retrostante il mitreo e in collegamento con le gallerie sotterranee delle Terme. In questo modo è stata ritrovata l’oscurità originaria della navata permettendo anche di mantenere costante il microclima.
Un nuovo sistema di luci illumina l’ambiente, sottolineando la scansione e l’ampiezza degli spazi d’ingresso. E’ stata infine ripristinata la grande scalea di travertino dell’estradosso, che poneva in comunicazione il piano delle Terme con il sottostante luogo di culto.
Info:
Viale delle Terme di Caracalla, 52
Rione Celio (Terme di Caracalla) (Roma centro)
Telefono: +39 06 39967700 (lun-ven ore 9-13/14-17; sab ore 9-14)
Sito web: http://www.isromantique.it/categorie/terme-di-caracalla_7/&l=2&p=7&set=0