FICULLE (Tr). La villa di Claudio Tiberio Termodonte ed il cippo con dedica al dio Mitra.

Era dalla fine dell’Ottocento che se ne erano perse le tracce, quando vennero recuperate iscrizioni ed elementi decorativi in marmo, individuando anche un impluvium. Si tratta di un insediamento d’epoca imperiale sorto lungo la riva del fiume Chiani, l’antico Clanis, fiume di primaria importanza in epoca etrusca e romana in quanto era navigabile nelle due direzioni. Lo annuncia il Comune di Ficulle.
Dal 22 giugno 2023 un team di ricercatori e studenti della University of Oklahoma è sulle tracce della villa in località Pian di Mealla, a Ficulle.
La villa dovette appartenere alla famiglia di Tiberio Claudio Thermodon – liberto dell’imperatore Claudio Tiberio – un uomo “liberato” divenuto ricco ed originario della Turchia romana. Thermodon è infatti il nome della divinità del fiume del Ponto, figlio di Oceano e di Teti, collegato al mito delle amazzoni ed identifica una zona precisa sotto il Mar Nero.
Tracce eloquenti della storia di Ficulle risalgono all’epoca romana: qui i Romani avevano un posto di osservazione che dominava la Via Traiana, o Cassia Nuova, una delle più importanti direttrici di comunicazione tra Roma ed il nord della penisola.
Durante il Rinascimento venne trovata un’ara romana risalente ad un periodo compreso tra il I e il II sec. d.C. – poi portata nella chiesa parrocchiale del paese – sulla quale appare le seguente iscrizione:
SOLI INVICTO/MITHRAE/TIBERIUS CLAUDI/US TIBERI FILIUS/THERMO[….]/SPELAEUM CVI[….]/SIGNIS ET AR[….]/CETERISQV[….]/VOTI COMPOS/DEDIT.
Tradotto “Tiberio Claudio Termo(-doro/-donte), figlio di Tiberio, essendo stato soddisfatto in un suo desiderio, dedicò al Sole invincibile Mitra una grotta con figure ed altare e tutto il resto“.
Sul lato sinistro è raffigurata in rilievo una brocca e sul destro la patera.
Il cippo un tempo è stato adibito a fonte battesimale o ad acquasantiera; di esso si ignora l’esatta provenienza, anche se, secondo alcuni, sarebbe stato rinvenuto nei sotterranei della chiesa.
Voci popolari non comprovate da fonti storiche vorrebbero che tale monumento fosse stato posto lì a ricordo dell’incontro tra Giulio Cesare proveniente dalle Gallie ed un’ambasceria Romana venuta per sondare le vere intenzioni di Cesare diretto alla sua città natale.